Manuela Pompas è considerata una delle maggiori esperte nel campo del paranormale e della New Age in Italia. Nata a Milano sotto il segno dell'Acquario, è stata redattrice di Gioia per 33 anni e dal '70, dopo un'indagine sui sensitivi, si è occupata prevalentemente di parapsicologia, con interviste a medium, sensitivi e pranoterapeuti. Da allora ha condotto inchieste nel campo della medicina olistica, del mondo paranormale e delle discipline New Age, al fine di trovare le chiavi per scoprire il mondo interiore e trovare la via del benessere e dell'equilibrio psicofisico, per vivere meglio e connettersi con le dimensioni dello spirito. Spesso è ospite nelle Tv private e in Rai per presentare i suoi libri o come esperta di parapsicologia e di reincarnazione
Un'occasione per conoscerla e per fare un'esperienza sulla "via del benessere" è lo stage di primo livello Reincarnazione: Guarire dalla Vite Passate, che si svolge dal 25 al 27 aprile 2008 a Conegliano (TV).
Lo Stage, rivolto anche a chi non ha avuto esperienze regressive, si apre con una parte teorica, in cui sarà possibile approfondire sul piano speculativo i temi legati alla teoria della reincarnazione, al karma e alla tecnica di regressione nelle vite passate. La serata del venerdì serve a conoscerci e a entrare nel "campo" della ricerca interiore.
Successivamente si passa alla parte pratica: utilizzando tecniche molto facili di visualizzazione e meditazione guidata, si inizierà ad oltrepassare la linea del tempo, in modo da scoprire a quali Paesi siamo legati, facendo emergere i primi ricordi e scoprire lo spazio-tempo della memoria. Quindi verrà utilizzata la regressione, per rivivere momenti dell'infanzia e subito dopo cogliere dal proprio profondo le immagini sepolte di una possibile vita precedente.
Certo, questo seminario non può risolvere problemi come una psicoterapia: tuttavia questa esperienza permette di affrontare la vita con un'ottica più ampia e di inquadrare i nostri problemi alla luce di un percorso di crescita spirituale. Spesso, nel momento in cui si rivive un trauma, o una situazione problematica, l'emozione ad essa correlata - che si fissa anche nel corpo attuale - si scarica, permettendoci di sciogliere alcuni conflitti.
Informazioni e iscrizioni: Manuela Dalla Val, tel. 335.431571
Manuela Pompas, oltre che ipnologa, operatrice PMT e Diksha Giver, è anche presidente dell'Associazione "Karma Institute, Istituto di psicologia olistica per lo sviluppo della coscienza" (www.karmainstitute.it), che propone corsi di Cabala, di sensitività e soprattutto di regressione nelle vite passate.
Bibliografia
"Siamo tutti sensitivi" (Siad, 1980), "I poteri della mente" (Rizzoli, 1983, e Bur, oltre 70.000 copie), "Reincarnazione" (Rizzoli, 1984 e Bur), "Aura, la luce dell'anima" con Carlo Biagi (Sperling & Kupfer, '94), "Diventare sensitivi" con Carlo Biagi (Sonzogno '94, 2004), "La terapia R, guarire con la reincarnazione" (Oscar Mondadori), "I poteri dello spirito" (Oscar, 1998), "L'aldilà esiste? Inchiesta sulla vita dopo la vita" (Sperling & Kupfer, '99), "Medianità"(Sperling & Kupfer 2002), "Reincarnazione, una vita, un destino" (Sperling & Kupfer 2004), "Stress, malattia dell'anima" (Tecniche Nuove 2007).
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7.4.08
5.4.08
Matthieu Ricard, "l'uomo più felice del mondo"
L'uomo più felice della terra è un monaco buddista di 62 anni piuttosto alto, ironico e molto impegnato (segue 30 progetti umanitari in Tibet, in Nepal e in India). Parigino, papà filosofo dell'Académie française (Jean-Francois Revel) e mamma pittrice (Yahne Le Tourmelin), è cresciuto in mezzo a Luis Buñuel, Igor Stravinsky e Henri Cartier-Bresson. A pane e cultura, insomma. A 26 anni ha buttato all'aria il dottorato in genetica cellulare all'Istituto Pasteur di Parigi per cercare la sua strada in Himalaya. Oggi è uno dei consiglieri del Dalai Lama. E gli scienziati dell'Università del Wisconsin che hanno studiato le sue onde cerebrali hanno sentenziato: «È l'uomo più felice della terra». Decisamente Matthieu Ricard ha trovato la sua strada. Impossibile, incontrandolo, non partire da qui.
Che cosa dobbiamo fare per essere felici?
Se l'aspettava. Sorride con gli occhi e risponde con tono gentile: «Istintivamente riponiamo tutte le nostre speranze nelle condizioni esteriori. Non è sbagliato. È normale anelare a una vita lunga, in salute, in un paese libero e democratico. Ma è fondamentale che ci concentriamo sulle condizioni interiori. Perché la felicità non è una successione fortunata di eventi felici, ma è un modo di essere ottimale che ci dà le risorse per gestire ciò che ci succede. La strada per arrivarci è l'allenamento dei nostri sentimenti migliori: l'altruismo, la compassione, la pace interiore. Ed è anche la liberazione progressiva dalla collera, dalla paura, dalla gelosia, dall'orgoglio».
Facile in un monastero. Difficile da praticare tutti i giorni con il capo, l'amica o il vicino di casa.
«A maggior ragione in un mondo caotico è importante cominciare a trasformare dentro di noi. Con un po' di sforzo e tanta pratica. Come si dedicano molti anni alla formazione culturale e professionale, così dobbiamo darci del tempo per trasformare noi stessi ».
Come «allenarci», per esempio, quando ci sentiamo provocati in ufficio?
«Con il contagio emozionale. Cioè rispondendo con un atteggiamento sinceramente positivo e aperto. L'aggressività di quel collega, alla fine, si smorzerà. Il che non significa essere passivi e subire. Vuol dire scegliere lucidamente di non litigare».
Esiste una felicità del falegname, del panettiere, del manager?
«No. Le componenti fondamentali della felicità sono le stesse per tutti, come quelle dell'infelicità: bontà, generosità, apertura al prossimo; e malvagità, gelosia, egoismo».
Nel suo ultimo libro Il gusto di essere felici (Sperling Kupfer) scrive che la «felicità è il gusto di vivere ». Come chiederlo a un disoccupato o a un malato terminale?
«Gli studi hanno verificato che di fronte a un tumore ci sono due risposte: un crollo fisico e morale oppure, ed è la maggioranza, una capacità di vivere con pienezza e appagamento il tempo che resta».
È possibile educare i bambini a essere felici?
«Fanno la differenza l'affetto, la tenerezza e l'amore che ricevono dalla madre. È lei a dover essere messa in condizione di potersi occupare del figlio nel modo migliore».
Che senso ha fare ricerca interiore mentre i popoli sono sconvolti da guerre e povertà? Non sarebbe più utile agire concretamente?
«Potremmo domandarci, allora, a quale scopo costruire un ospedale. Non dovremmo sbrigarci e operare per strada chi è ferito? Eppure, quando l'ospedale è finito, sarà un mezzo molto più potente per prestare soccorso. Allo stesso modo non c'è nessuna guerra che non cominci con dei pensieri di odio, di collera e di competizione. Se cominciamo a trasformarli a livello individuale, forse si può evitare la guerra».
Crede che il Dalai Lama riuscirà a tornare in Tibet?
«Lo si dovrebbe chiedere al governo cinese. Naturalmente lo spero».
Cosa pensa del boicottaggio delle Olimpiadi?
«Il problema del Tibet non si risolverà senza il dialogo. Se le autorità internazionali davvero vogliono aiutare il Tibet, possono chiedere al capo di stato cinese di incontrare il Dalai Lama come condizione indispensabile per la partecipazione alla cerimonia inaugurale dei Giochi».
La gioventù radicale tibetana ha detto di essere pronta a gesti estremi, senza escludere i kamikaze.
«È un atto di disperazione. I giovani hanno capito che il mondo rivolge l'attenzione alla causa tibetana solo di fronte ad atti di violenza».
(Il Corriere)
Che cosa dobbiamo fare per essere felici?
Se l'aspettava. Sorride con gli occhi e risponde con tono gentile: «Istintivamente riponiamo tutte le nostre speranze nelle condizioni esteriori. Non è sbagliato. È normale anelare a una vita lunga, in salute, in un paese libero e democratico. Ma è fondamentale che ci concentriamo sulle condizioni interiori. Perché la felicità non è una successione fortunata di eventi felici, ma è un modo di essere ottimale che ci dà le risorse per gestire ciò che ci succede. La strada per arrivarci è l'allenamento dei nostri sentimenti migliori: l'altruismo, la compassione, la pace interiore. Ed è anche la liberazione progressiva dalla collera, dalla paura, dalla gelosia, dall'orgoglio».
Facile in un monastero. Difficile da praticare tutti i giorni con il capo, l'amica o il vicino di casa.
«A maggior ragione in un mondo caotico è importante cominciare a trasformare dentro di noi. Con un po' di sforzo e tanta pratica. Come si dedicano molti anni alla formazione culturale e professionale, così dobbiamo darci del tempo per trasformare noi stessi ».
Come «allenarci», per esempio, quando ci sentiamo provocati in ufficio?
«Con il contagio emozionale. Cioè rispondendo con un atteggiamento sinceramente positivo e aperto. L'aggressività di quel collega, alla fine, si smorzerà. Il che non significa essere passivi e subire. Vuol dire scegliere lucidamente di non litigare».
Esiste una felicità del falegname, del panettiere, del manager?
«No. Le componenti fondamentali della felicità sono le stesse per tutti, come quelle dell'infelicità: bontà, generosità, apertura al prossimo; e malvagità, gelosia, egoismo».
Nel suo ultimo libro Il gusto di essere felici (Sperling Kupfer) scrive che la «felicità è il gusto di vivere ». Come chiederlo a un disoccupato o a un malato terminale?
«Gli studi hanno verificato che di fronte a un tumore ci sono due risposte: un crollo fisico e morale oppure, ed è la maggioranza, una capacità di vivere con pienezza e appagamento il tempo che resta».
È possibile educare i bambini a essere felici?
«Fanno la differenza l'affetto, la tenerezza e l'amore che ricevono dalla madre. È lei a dover essere messa in condizione di potersi occupare del figlio nel modo migliore».
Che senso ha fare ricerca interiore mentre i popoli sono sconvolti da guerre e povertà? Non sarebbe più utile agire concretamente?
«Potremmo domandarci, allora, a quale scopo costruire un ospedale. Non dovremmo sbrigarci e operare per strada chi è ferito? Eppure, quando l'ospedale è finito, sarà un mezzo molto più potente per prestare soccorso. Allo stesso modo non c'è nessuna guerra che non cominci con dei pensieri di odio, di collera e di competizione. Se cominciamo a trasformarli a livello individuale, forse si può evitare la guerra».
Crede che il Dalai Lama riuscirà a tornare in Tibet?
«Lo si dovrebbe chiedere al governo cinese. Naturalmente lo spero».
Cosa pensa del boicottaggio delle Olimpiadi?
«Il problema del Tibet non si risolverà senza il dialogo. Se le autorità internazionali davvero vogliono aiutare il Tibet, possono chiedere al capo di stato cinese di incontrare il Dalai Lama come condizione indispensabile per la partecipazione alla cerimonia inaugurale dei Giochi».
La gioventù radicale tibetana ha detto di essere pronta a gesti estremi, senza escludere i kamikaze.
«È un atto di disperazione. I giovani hanno capito che il mondo rivolge l'attenzione alla causa tibetana solo di fronte ad atti di violenza».
(Il Corriere)
26.3.08
Wesak 2008 a Cervia (RA)
Il 20 aprile 2008 presso il Club Hotel Dante (viale Milazzo angolo Lungomare) a Cervia (RA) si svolge una cerimonia del Wesak, praticata dalla Scuola di Pranic Healing utilizzando le Meditazioni di Grand Master Choa Kok Sui, aperta a tutti (esclusi i bambini).
Per poter usufruire delle benedizioni del Wesak è possibile portare:
* Acqua, sulla quale avrete scritto il vostro nome.
* olii da massaggio ed olii essenziali
* fiori (poi sono da seccare e conservare)
* fiori secchi
* pietre
* foto di persone ammalate
* buste chiuse con dentro descritti i vostri progetti
* altri oggetti (possibilmente non ingombranti) che volete benedire
Dal sito della Scuola Internazionale di Pranic Healing
Il termine Vesak, che deriva da un nome sanscrito Vaisakha, è una festività buddista che celebra l'Illuminazione del Buddha. Viene celebrata in occasione del plenilunio di maggio. Insieme ad altre feste mobili quali la Pasqua Ebraica e Cristiana, il Ramadan anche il Wesak mantiene un significato comune a tutte queste festività: celebrare il ritorno o la venuta di un Maestro che benedice la vita di tutti gli esseri umani. Con il Wesak tutta l'umanità, indipendentemente dal credo religioso, ha la possibilità di ricevere la benedizione del Buddha che ritorna, quella del Cristo e dei Maestri di Saggezza che vegliano e guidano la crescita spirituale dell'umanità. Le benedizioni giungono a tutti indistintamente, ma in modo assai più potente a coloro i quali sono consapevoli della celebrazione, del giorno, degli orari e di quanto accade.
La tradizione narra che Gauthama Siddharta, detto il Buddha, una volta diventato l'Illuminato, alle porte del Nirvana, si voltò indietro vedendo l' umanità sofferente e appesantita dal ciclo della rinascita e della morte e dall' ignoranza. Mosso a Compassione promise che non sarebbe entrato nel Nirvana fino a quando anche l'ultimo degli esseri umani non sarebbe stato libero. Il Wesak è anche la celebrazione di questo messaggio di Compassione.
Fisicamente il rituale del Wesak è celebrato in una valle dell'Himalaya, alle pendici del monte Kailash, luogo considerato tra i più sacri del pianeta. Ogni anno persone da tutto il continente indiano si incamminano per raggiungere la valle. Ma non solo fisicamente si può raggiungere quei luoghi, ma anche spiritualmente ed energeticamente. E' infatti possibile partecipare al rituale e alla celebrazione del Wesak, come insegna Grand Master Choa Kok Sui, dichiarando la propria intenzione di esserci e, per il principio di interconnessione, legge spirituale del mondo energetico che ci ricorda che siamo l'uno interconnesso all'altro e tutti alla Terra, si accederà alle benedizioni di guarigione dei Grandi Maestri.
Celebrare poi questo insieme ad altre persone, ne aumenta la forza e l'effetto su tutti noi, sulle persone che amiamo e su ogni cosa che il nostro cuore desidera. Questo è il motivo per cui desideriamo incontrarci e festeggiare questa celebrazione insieme. Il fiore del Wesak è l'iris poiché si narra che sia il fiore del Buddha. Secondo un'antica leggenda, infatti, l'iris sboccia nel momento esatto in cui il Buddha ritorna a benedire la Terra.
Il momento rituale della celebrazione è scandito da una preparazione di purificazione e di meditazione prima dell'incontro spirituale ed energetico con i Maestri. Il momento centrale della meditazione quest'anno inizierà il 20 aprile, ed è importante conoscere l'esatto orario per prepararsi ai minuti di silenzio che seguiranno, poiché proprio in quegli attimi, secondo la propria ricettività, si riceveranno le benedizioni che i Maestri infonderanno a tutti gli esseri umani e alla Terra. Durante la celebrazione, si reciterà la Grande Invocazione, preghiera universale, dettata dal Maestro Djwal Kool, detto anche il "Tibetano" alla teosofa Alice Baley. Questa preghiera ha un valore inestimabile, le sue parole sono lenitive e di guarigione per tutta la Terra e ci ricordano che la Luce, l'Amore e la Potenza possono ristabilire il Piano Divino sulla Terra se guidati dal volere che i Grandi Esseri conoscono e servono.
Di seguito le parole della Grande Invocazione:
In ultimo ricordiamo le parole di Alice Bailey nel testo All'alba della Nuova Era:
"Cercate di fare del Wesak una festività universale e riconosciuta, utile a tutti gli uomini di tutte le fedi. E' la festa in cui i due Capi Divini dell' Oriente e dell'Occidente collaborano ed operano nella più stretta unione spirituale; il Cristo ed il Buddha usano ogni anno questa festività come punto di ispirazione per il lavoro dell'anno successivo. Cercate di fare lo stesso. Le energie spirituali in questo momento sono disponibili in modo eccezionale."
Quale migliore messaggio per ricordarci la Tolleranza, la Pace, l'Amore, e la Compassione per tutti i popoli della Terra! Il Wesak diventa allora l'occasione per condividere con altri esseri umani un'enorme quantità di energia benedicente e finalizzarla per migliorare la qualità della vita di tutti noi esseri umani e di tutta la Terra.
Per informazioni: tel. 0544.977448
Per poter usufruire delle benedizioni del Wesak è possibile portare:
* Acqua, sulla quale avrete scritto il vostro nome.
* olii da massaggio ed olii essenziali
* fiori (poi sono da seccare e conservare)
* fiori secchi
* pietre
* foto di persone ammalate
* buste chiuse con dentro descritti i vostri progetti
* altri oggetti (possibilmente non ingombranti) che volete benedire
Dal sito della Scuola Internazionale di Pranic Healing
Il termine Vesak, che deriva da un nome sanscrito Vaisakha, è una festività buddista che celebra l'Illuminazione del Buddha. Viene celebrata in occasione del plenilunio di maggio. Insieme ad altre feste mobili quali la Pasqua Ebraica e Cristiana, il Ramadan anche il Wesak mantiene un significato comune a tutte queste festività: celebrare il ritorno o la venuta di un Maestro che benedice la vita di tutti gli esseri umani. Con il Wesak tutta l'umanità, indipendentemente dal credo religioso, ha la possibilità di ricevere la benedizione del Buddha che ritorna, quella del Cristo e dei Maestri di Saggezza che vegliano e guidano la crescita spirituale dell'umanità. Le benedizioni giungono a tutti indistintamente, ma in modo assai più potente a coloro i quali sono consapevoli della celebrazione, del giorno, degli orari e di quanto accade.
La tradizione narra che Gauthama Siddharta, detto il Buddha, una volta diventato l'Illuminato, alle porte del Nirvana, si voltò indietro vedendo l' umanità sofferente e appesantita dal ciclo della rinascita e della morte e dall' ignoranza. Mosso a Compassione promise che non sarebbe entrato nel Nirvana fino a quando anche l'ultimo degli esseri umani non sarebbe stato libero. Il Wesak è anche la celebrazione di questo messaggio di Compassione.
Fisicamente il rituale del Wesak è celebrato in una valle dell'Himalaya, alle pendici del monte Kailash, luogo considerato tra i più sacri del pianeta. Ogni anno persone da tutto il continente indiano si incamminano per raggiungere la valle. Ma non solo fisicamente si può raggiungere quei luoghi, ma anche spiritualmente ed energeticamente. E' infatti possibile partecipare al rituale e alla celebrazione del Wesak, come insegna Grand Master Choa Kok Sui, dichiarando la propria intenzione di esserci e, per il principio di interconnessione, legge spirituale del mondo energetico che ci ricorda che siamo l'uno interconnesso all'altro e tutti alla Terra, si accederà alle benedizioni di guarigione dei Grandi Maestri.
Celebrare poi questo insieme ad altre persone, ne aumenta la forza e l'effetto su tutti noi, sulle persone che amiamo e su ogni cosa che il nostro cuore desidera. Questo è il motivo per cui desideriamo incontrarci e festeggiare questa celebrazione insieme. Il fiore del Wesak è l'iris poiché si narra che sia il fiore del Buddha. Secondo un'antica leggenda, infatti, l'iris sboccia nel momento esatto in cui il Buddha ritorna a benedire la Terra.
Il momento rituale della celebrazione è scandito da una preparazione di purificazione e di meditazione prima dell'incontro spirituale ed energetico con i Maestri. Il momento centrale della meditazione quest'anno inizierà il 20 aprile, ed è importante conoscere l'esatto orario per prepararsi ai minuti di silenzio che seguiranno, poiché proprio in quegli attimi, secondo la propria ricettività, si riceveranno le benedizioni che i Maestri infonderanno a tutti gli esseri umani e alla Terra. Durante la celebrazione, si reciterà la Grande Invocazione, preghiera universale, dettata dal Maestro Djwal Kool, detto anche il "Tibetano" alla teosofa Alice Baley. Questa preghiera ha un valore inestimabile, le sue parole sono lenitive e di guarigione per tutta la Terra e ci ricordano che la Luce, l'Amore e la Potenza possono ristabilire il Piano Divino sulla Terra se guidati dal volere che i Grandi Esseri conoscono e servono.
Di seguito le parole della Grande Invocazione:
Dal punto di Luce entro la Mente di Dio, affluisca la Luce nella mente degli uomini, scenda la Luce sulla Terra.
Dal punto d Amore entro il Cuore di Dio, affluisca l'Amore nei cuori degli uomini, possa Cristo ritornare sulla Terra.
Dal Centro ove il Volere di Dio è conosciuto, il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini, il Proposito che i Grandi Esseri conoscono e servono.
Dal Centro che è chiamato il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che la Luce, l'Amore e la Potenza ristabiliscano il Piano Divino sulla Terra
Così sia!
La recita di questa preghiera dovrebbe essere quotidiana ma più che mai ha senso ripeterla nel giorno del Wesak, tale è la sua potenza e la sua forza per rendere consapevole l'essere umano della sua struttura e bellezza divina.Dal punto d Amore entro il Cuore di Dio, affluisca l'Amore nei cuori degli uomini, possa Cristo ritornare sulla Terra.
Dal Centro ove il Volere di Dio è conosciuto, il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini, il Proposito che i Grandi Esseri conoscono e servono.
Dal Centro che è chiamato il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che la Luce, l'Amore e la Potenza ristabiliscano il Piano Divino sulla Terra
Così sia!
In ultimo ricordiamo le parole di Alice Bailey nel testo All'alba della Nuova Era:
"Cercate di fare del Wesak una festività universale e riconosciuta, utile a tutti gli uomini di tutte le fedi. E' la festa in cui i due Capi Divini dell' Oriente e dell'Occidente collaborano ed operano nella più stretta unione spirituale; il Cristo ed il Buddha usano ogni anno questa festività come punto di ispirazione per il lavoro dell'anno successivo. Cercate di fare lo stesso. Le energie spirituali in questo momento sono disponibili in modo eccezionale."
Quale migliore messaggio per ricordarci la Tolleranza, la Pace, l'Amore, e la Compassione per tutti i popoli della Terra! Il Wesak diventa allora l'occasione per condividere con altri esseri umani un'enorme quantità di energia benedicente e finalizzarla per migliorare la qualità della vita di tutti noi esseri umani e di tutta la Terra.
Per informazioni: tel. 0544.977448
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